mercoledì 7 novembre 2007

Un laboratorio della memoria

"Sono arrivato alla Magliana il 26 gennaio del 1926, avavo 15 anni, ero orfano ed andai ad abitare da mio zio, mezzadro di Bonelli. In quel tempo tutta la zona si chiamava Pian Due Torri. Mi hanno detto che il nome deriva da un fabbricato con due torri che apparteneva al Cardinale e Principe Orsini. Era una zona di 100 ettari che un ingegnere di origine piemontese, un certo Bonelli, acquistò dopo la prima guerra mondiale al prezzo di 20-25 centesimi a metro quadro. Questo l'ho sentito dalla bocca di Bonelli stesso.

Era una zona infetta di zanzare. Qualche mese dopo mi sono beccato la malaria e sono stato ricoverato al policlinico per ben quattro mesi.

A quell'epoca alla Magliana abitavano 7-8 famiglie, tutti mezzadri di Bonelli, sul colle si coltivavanogli ortaggi, ma nella pianura, dalla ferrovia al fiume, c'era solo prato. Dove ci sono i locali della ex parrocchia, in via Pescaglia, c'era una vaccheria gestita da Bonelli stesso; poi ha sciolto la vaccheria, ha diviso il terreno e l'ha affidato ai mezzadri.

Erano tempi duri, per vangare il terreno si prendevano solo otto lire al giorno; i mezzadri naturalmente dovevano dare la metà del raccolto a Bonelli. Per quanto lavorassero avevano sempre debiti verso il padrone. Oltre la metà del raccolto, dovevamo pagare l'acqua e la forza motrice per le quattro pompe della zona. L'ingegnere aveva fatto installare presso il Tevere, ad altezza di via Pian due Torri, una pompa che estraeva l'acqua dal fiume, un metro cubo al secondo... Poi oltre all'acqua e alla forza motrice, Bonelli ci faceva anche pagare il concime che faceva prendere dal mattatoio e sul quale, naturalmente, si prendeva un buon beneficio. Non avevamo orari: lavoravamo dieci, dodici ore, di giorno e di notte... per via dell'acqua. Di giorno l'acqua andava nei vasconi, mentre di notte serviva ad irrigare i prati. Quindi dovevamo lavorare, a turno, anche di notte. Malgrado tutto questo lavoro non riuscivamo a cancellare i nostri debiti verso l'Ingegnere. Abbiamo tentato di tutto per guadagnare di più: all'inizio coltivavamo i carciofi: dove ci troviamo ora era pieno di carciofi! Poi nel 1935 abbiamo piantato un frutteto; in questa zona di via Vaiano, vicino al fiume, zona che si chiamava "recupero", c'erano viti da vino: si raccoglivano ogni anno cento botti di dieci quintali di vino...

Si raccoglieva anche uva da tavola, ad esempio dove oggi c'è il supermercato. Dalla parte di via Pian Due Torri e sul monte invece c'erano prugne e pesche. Da via della Magliana alla ferrovia si coltivavano gli ortaggi...

Poi è venuto il fascismo, la vita si è fatta ancora più dura, si stava male. Per qualche soldo in più abbiamo iniziato l'allevamento dei maiali: trecento, quattrocento maiali per famiglia. Ogni mezzadro, per nutrirli, andava a prendere i resti del mangiare da una caserma vicina, pastasciutta, eccetera...

Ci sono state tre alluvioni alla Magliana; la prima nel 1929, la seconda nel 1932 o 33, non mi ricordo esattamente, ma mi ricordo bene che durante la seconda alluvione un mezzadro, di nome Mezzalira, per salvare i suoi maialetti se li portò al secondo piano, nella sua camera da letto. Come dei figli, insomma! Quando c'era un'alluvione le bestie per metterle al sicuro, le facevamo salire sopra il monte. Via della Magliana, che era due metri più bassa di adesso, era un fiume sul quale ci si andava in barca. Ci sono andato, io. Poi nel 1937 c'era stata un'altra grossa alluvione. Ma, mentre la volta precedente, quando la nostra zona è stata invasa dalle acque, su Roma c'era il sole, quest'ultima volta anche la città venne colpita. San Pietro era pieno d'acqua che arrivava a un metro sopra l'occhialone di ponte Sisto. Il muro di cinta del mulino Biondi, che si trovava presso il ponte di ferro a piazza della Radio, e via Marconi dove all'epoca c'erano solo campi, erano allagati. Vicino a piazza della Radio c'era un negozio di tabacchi, ma il negoziante non ha fatto in tempo a salvare nulla: io ho visto francobolli che galleggiavano sull'acqua...

...prima c'erano solo le fattorie dei mezzadri, poi il Conte Tournon che aveva sposato una delle figlie di Bonelli, anzi non il Conte, ma suo figlio, ha costruito la prima casa, dove si è poi installata la prima parrocchia, in via Pescaglia, nel luogo dove prima c'era la vaccheria. Le altre case hanno iniziato a costruirle nel 1948 nella zona dove c'è la farmacia, in via della Magliana...

Sai, Bonelli era un amico dei potenti, la seconda figlia l'ha sposata a un principe del Kenia. Dopo la guerra io ho visto Einaudi, il Preidente della Repubblica, De Gasperi, Frassati, un miliardario che veniva a giocare a bocce da Bonelli. E' da quell'epoca che l'In gegnere ha cominciato a lottizzare e a vendere. Il Conte Tournon, avendo sposato la figlia di Bonelli, ereditò la tenuta, è a lui che si deve la distruzione degli alberi e la lottizzazione."


Intervista a Tullio Chistè, raccolta nel 1978 da un gruppo di Sociologhi dell'Università di Roma per lo studio "I giovani invisibili" che il Centro di Cultura Popolare e Gerardo Lutte pubblicarono tre anni dopo per le "Edizioni Lavoro".

1 commento:

Alfredo Toppi ha detto...

Questo è un documento del 21 luglio del 1995. Ciao Alfredo


IPOTESI PROGETTUALE DEL PARCO TEVERE SUD

TRATTO URBANO

PREMESSA

Abbiamo ritenuto opportuno partecipare al concorso di idee indetto dalla III università di Architettura onde fornire un contributo e, nel, contempo delineare una ipotesi di parco da cui partire per un confronto con i cittadini, le forze politiche, associative e culturali e soprattutto con il governo della città.
Condividiamo, pertanto, l’esigenza di progettare insieme ai cittadini il futuro di questo pezzo di città purchè siano chiari i ruoli di governo, di reciproca collaborazione ed a quali fini intende mirare una tale operazione; se cioè è intenzione stimolare un consenso su scelte e grandi linee già avvenute, ovvero compiere uno sforzo progettuale rispetto al quale successivi saranno gli adempimenti istituzionali su cui chiamare a raccolta, per così dire, le istanze dei cittadini ed i contributi del mondo associativo. Non è, poi, sufficientemente chiaro il ruolo nella vicenda della III Università se, cioè, essa esercita un ruolo trainante nell’attività programmatoria ed entro quali confini di territorio.
Ed ancora - quale strumento urbanistico verrà adottato nell’immediato per governare il territorio? un piano d’area?
Il percorso da seguire, anche tenendo conto degli immensi interessi in campo, deve essere democratico e trasparente per portare ad un primo atto programmatorio concernente il futuro assetto urbanistico dell’intero quadrante (Ostiense, Marconi, Magliana) su cui innestare, successivamente, futuri accordi di programma con la terza Università, partendo da una reale coinvolgimento delle istituzioni decentrate (Circoscrizioni XI e XV) e dei cittadini della zona, in quanto portatori di interessi collettivi anche dal punto di vista della attività progettuale.
Riteniamo, comunque, di dover dire la nostra come cittadini della Magliana che, partendo dalla pratica reale di territorio, sono ben consapevoli della possibilità ed attualità dell’esigenza del parco Tevere Sud per il quartiere e la città tutta.

FINALITA’

L’elaborazione è, quindi, propedeutica alla perimetrazione dell’area interessata a parco ed alla previsione del parco del Tevere Sud da parte degli enti locali - che, partendo dal Ponte dell’industria, arrivi sino al G.R.A.
Nello specifico di Magliana il risanamento del quartiere e la lotta al degrado, che non è solo materiale ma anche culturale, potranno efficacemente attuarsi solo attraverso la creazione di un’ampia zona a ridosso del Tevere adibita a verde attrezzato direttamente fruibile dai cittadini.
PROGETTO

Il progetto qui predisposto ha previsto varie fasi quali analisi diretta del territorio con sopralluoghi, documentazione fotografica di diapositive, discussioni su proposte e scelte di ipotesi di intervento tra i cittadini del quartiere, realizzazione progettuale e grafica.

IDEE GUIDA

Il parco fluviale urbano assolverebbe a molteplici funzioni, in estrema sintesi così riassumibili:
1) Riqualificazione urbanistica di quartieri suburbani assai degradati, anche attraverso l’individuazione di “zone omogenee”, come previsto dalle norme urbanistiche;
2) valutazione del patrimonio storico-archeologico (più o meno recente) e naturalistico;
3) saldatura con gli altri parchi urbani limitrofi (Appia Antica, Valle dei Casali, parco del Litorale) e le altre fasce verdi limitrofe (vedi Fosso della Magliana) parimenti da valorizzare e tutelare.
4) creazione di una fascia di rispetto a ridosso del Tevere in cui sia inclusa anche la realizzazione, già in parte finanziata, di una pista ciclabile nelle sua varie reti.

DELIMITAZIONE DEL PROGETTO

Tale documento costituisce un primo contributo alla questione ed esso abbraccia un territorio che va da P.zza Meucci al Ponte della Magliana.

LA SITUAZIONE ESISTENTE

Il territorio in argomento è sede di numerose attività artigianali, commerciali ed industriali tutte incompatibili con l’attuale destinazione urbanistica a zona N (verde pubblico attrezzato), alcuni insistenti direttamente su porzioni immobiliari appartenenti al demanio stratale od al patrimonio comunale.
La deplorevole inerzia delle istituzioni competenti , in primo luogo del Comune e dell’Intendenza di Finanza, la quale direttamente cura la gestione dei beni demaniali, ha provocato la mera consacrazione della situazione esistente ed il proliferare di attività, nella sostanza abusive sia dal punto di vista urbanistico, che commerciale.

PROPOSTE ISTITUZIONALI

1) Il parco sul Tevere visto nella sua universalità e fermo restando l’ancoraggio al principio della fascia di rispetto dell’area golenale, merita certamente che abbia, in ragione dell’estensione (sino al G.R.A. ed altre sino a Fiumicino) e della qualità dell’eco - sistema considerato -, valenza di parco regionale, ciò che garantirebbe, comunque, un maggiore finanziamento.
La gestione spetterebbe al Comune di Roma; il che presupporrebbe in ogni caso l’unificazione delle competenze comunali, ora del tutto frammentate, in seno all’Ufficio Speciale Tevere e Litorale.
2) Il demanio statale dovrebbe, conseguenzialmente, revocare le concessioni in atto esistenti, provvedere a porre in essere i provvedimenti repressivi sui manufatti e, successivamente, concedere tutte le aree demaniali al Comune di Roma al fine che esso possa esercitare i poteri di indirizzo e controllo ed eventualmente sub-concedere le aree medesime.

TIPOLOGIA DEL PROGETTO

La complessività delle relazioni dinanzi prospettate induce a ritenere che sia opportuno mettere in campo un progetto di massima anche tenendo conto della grandezza di scala richiesta dal concorso.
Per i progetti esecutivi a scala 1: 1000 appare, invero necessario un più vasto approfondimento anche mediante veri e propri concorsi di progettazione.




FASI DEL PROGETTO

L’operatività non immediata dell’intero parco urbano a Magliana impone di prevedere la sua attuazione per stralci operativi le cui priorità possono così indicarsi:
A) pista ciclabile n. 2; B) area Pian due Torri n. 13, 14, 23, 9, 19 come da progetto; C) area S.Passera n. 10 (il riferimento corrisponde all’ubicazione nell’ipotesi progettuale alla struttura scoperta mobile per spettacoli).

PRESUPPOSTI DI FATTIBILITA’

Appare necessario per dare concreta funzionalità al progetto nel suo complesso compiere due operazioni;
1) Eliminare il borghetto di S.Passera esclusi i c.d. “orti di guerra”, garantendo agli attuali abitanti il passaggio da casa abusiva a casa assegnata dal Comune qualora ne ricorrono le condizioni;
2) Rilocalizzare le attività produttive ed industriali site nell’area Pian due Torri individuando allo scopo aree già destinate a ciò dal p.r.g. esistente.

CARATTERISTICHE DEL PARCO

Il parco presenterebbe principalmente due valenze primarie:
A) il patrimonio storico-artistico (chiesa di S. Passera, Torre del Giudizio, Casali) come indicato nella carta dell’Agro Romano; B) il patrimonio naturalistico.
A) Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico.
La presenza di due “poli” quali la chiesa di S. Passera e la Torre del Giudizio impone una loro specifica valorizzazione anche per quanto concerne le aree limitrofe.
Nella rappresentazione grafica non è stato possibile - data la scala richiesta - inserire apposita cartellonistica di informazione che si reputa essenziale.
Per la Torre è previsto, altresì un uso polifunzionale mediante la sua utilizzazione anche come piccolo centro archeologico.
B) Tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico.
Un sentiero pedonale delimitato da staccionata garantirebbe una tranquilla passeggiata lungo l’argine per tutto l’arco del territorio interessato, opportunamente distanziato dal sentiero previsto per la pista ciclabile.
All’altezza delle zone 9 potrebbero prevedersi piccole aree per il “bird watching” con accanto nidi artificiali e casette per osservazione e studio degli uccelli.
Nelle zone 16, 23 il giardino ecologico. Anch’esso comprende diverse funzioni.
1) vivaio legato e sperimentazione di colture biologiche;
2) fascia di ripopolamento di vegetazione fluviale;
3) orto didattico.

ASPETTI GIURIDICO-ECONOMICI

La valenza di parco regionale, di cui quello a Magliana costituisce una parte, impone, di prefigurare l’aspetto istituzionale ove ha rilievo la parte partecipativa e quella decisionale.
Il pericolo maggiore deriva da una burocratizzazione e gestione partitica dell’Istituto cosicchè sono da prefigurarsi:
A) un comitato tecnico scientifico avente indirizzo programmatico composto maggioritariamente da rappresentati delle forze sociali, culturali ambientaliste;
B) autonomia finanziaria di bilancio.
C) autofinanziamento tendenziale del parco medesimo secondo il criterio della autosostenibilità.
D) acquisizione del territorio mediante gli strumenti, diversificati dinanzi menzionati da parte del Comune ciò che permetterebbe, nel tempo, un ritorno economico derivante dalla gestione di privati di determinati spazi.
Al fine del sostentamento economico potrebbe anche ipotizzarsi l’acquisto di “bot” comunali da parte dei cittadini dei quartieri interessati finalizzando il prestito al finanziamento delle attività del parco.